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Ambientalisti e pescatori sulla stessa barca per un mare libero dai rifiuti

Ambientalisti e pescatori insieme

3 novembre 2020 - DDL “Salvamare”, Alleanza delle cooperative pesca e WWF uniti: norme più semplici e più chiare per un mare libero da rifiuti. Insieme scrivono ai ministri Costa e Bellanova per chiedere modifiche al cosiddetto DDL “Salvamare” ora all'esame del Senato.

Bisogna facilitare la vita ai pescatori se si vuole che diano un aiuto concreto per eliminare i rifiuti, in particolare quelli di plastica, dai nostri mari.  Si chiede chiarezza nella classificazione dei rifiuti accidentalmente pescati o raccolti in apposite campagne di pulizia e il riconoscimento che vengano trattati semplicemente come rifiuti urbani con punti di conferimento in tutti i porti. Ambientalisti e pescatori sono sulla stessa “barca” per ripulire il mare dai rifiuti. Il WWF e l’Alleanza delle Cooperative pesca scrivono ai ministri Costa e Bellanova per chiedere modifiche al cosiddetto DDl “Salvamare” ora all'esame del Senato. Correttivi necessari per favorire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti pescati accidentalmente in mare durante le attività di pesca.

Rifiuti a pelo d'acqua

“Allo stato attuale – spiegano il WWF e l’Alleanza cooperative pesca - i rifiuti accidentalmente pescati sono considerati come prodotti dalle navi e dunque classificati come rifiuti speciali. Una classificazione che introduce un regime troppo complicato a carico delle imprese di settore, costringendo i pescatori a dover sopportare inutili oneri amministrativi e gestionali”. Il WWF e i rappresentanti della pesca invece chiedono di qualificare con chiarezza i rifiuti accidentalmente pescati come rifiuti urbani, come già il legislatore ha fatto alla Camera per quelli pescati nelle acque interne, così da favorire la raccolta e dare un contributo concreto alla pulizia dei mari. Da fissare, secondo WWF e Alleanza, regole precise dal recupero, al trasporto, fino allo smaltimento dei rifiuti, da definire anche con appositi accordi o convenzioni, garantendo la completa tutela ambientale e sanitaria, per i pescatori e il pescato, ma soprattutto occorre attrezzare i porti italiani con sistemi di raccolta o punti di deposito. “Un sistema di raccolta oggi deficitario se non del tutto assente se si pensa alle acque interne. La battaglia per un mare più pulito passa anche da regole più semplici che agevolino il compito dei pescatori di ‘sentinelle’ del mare”, concludono l’Alleanza delle Cooperative e il WWF.