canoa nel lago

Il G7 ambiente: l’addio al carbone a inizio 2030 è un passo in avanti

Riusciremo a uscire dai combustibili fossili?

2 maggio 2024 - A Torino i Ministri G7 raggiungono un accordo sul phase-out dal carbone, ma mancano piano e tappe su eliminazione petrolio e gas. Poco ambiziosa la posizione della Presidenza italiana sulla necessità di maggiori investimenti in natura. Adesso toccherà ai leader che si riuniranno a giugno in Puglia.

Il WWF accoglie con favore l’impegno dei Ministri G7 per abbandonare definitivamente il carbone a inizio anni 2030. Ciò dimostra come i Paesi con maggiori emissioni siano impegnati nell’attuazione dell’impegno di “transition away from fossil fuels” della COP 28 di Dubai. Tuttavia, restano lacune evidenti per un abbandono definitivo di tutti i combustibili fossili, a partire dal gas. Su biodiversità e natura, positivo l’impegno per un’implementazione rapida ed effettiva del Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) prima della COP 16 e il richiamo agli obiettivi finanziari del GBF, ma per questi ultima manca ancora un impegno chiaro e quantificato dei Paesi G7. Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia dichiara: “Le conclusioni del G7 Clima, Energia e Ambiente possono aiutare il processo multilaterale sul clima a imboccare con decisione la strada del phase-out dei combustibili fossili. È importante che si sia dedicata attenzione all’attuazione delle decisioni della COP28 di Dubai, in particolare triplicare le fonti rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. I molti e giusti richiami a contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C vanno resi impegni concreti e fattivi, soprattutto servono tappe e scadenze precise. Qualche segnale rilevante, per esempio sull'uscita dal carbone intorno al 2035. Però, c’è ancora troppo gas nel G7, occorre lavorare per uscire davvero e al più presto da una dipendenza intollerabile, che contribuisce pesantemente alla crisi climatica”.

Stop al carbone!!

Ancora poco ambizioso l’impegno del G7, ed in particolare della Presidenza italiana, sui target finanziari per il clima e del Quadro Globale per la Biodiversità. Se si vuole costruire effettivamente una partnership paritaria con il Continente Africano e il Sud Globale servono maggiori finanziamenti da indirizzare a queste macro-regioni economiche e avere come orizzonte, non troppo lontano, l’abbandono dei combustibili fossili, azioni incisive per l’adattamento e sostegno finanziario per l’attuazione degli impegni globali in materia di biodiversità. “Per farlo c’è bisogno di leadership”, continua Midulla. “Ci auguriamo che a giugno i leader sappiano fare ulteriori e sostanziosi passi in avanti, mentre la crisi climatica e di perdita di biodiversità galoppa, a partire dagli impegni finanziari in scadenza nel 2025 e post 2025. Per quel che riguarda il dibattito pubblico italiano, ci auguriamo si cessi di dar retta a chi invoca tecnologie di là da venire o inattuabili e costose: le fonti rinnovabili, con i sistemi di accumulo e di gestione della domanda, sono la risposta meno impattante per il clima e la biodiversità, e anche economicamente più conveniente”. E sempre in tema di tutela della biodiversità, ci si aspetta che l’impegno a dare attuazione al Quadro Globale per la Biodiversità sia reso concreto con un Piano di Azione e adeguate risorse ad oggi insufficienti.