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Caccia nel Lazio: parte la nuova stagione di uccisioni della nostra fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato

Il carniere

17 settembre 2023 - Nel Lazio, dopo 4 giornate di preapertura nelle quali è stato possibile cacciare la cornacchia grigia, la gazza e la tortora, oggi è partito il calendario venatorio per il quale si potrà sparare fino al 31 gennaio 2024, con un posticipo al 9 febbraio per colombaccio e ghiandaia. Per l’intero periodo la caccia è consentita tre giorni per ogni settimana e pensate che, per l’intera stagione venatoria 2023/2024, a ciascun cacciatore è consentito abbattere complessivamente:
non più di cinque capi per ogni specie di: lepre europea e starna;
non più di dieci capi della specie moriglione;
non più di quindici capi della specie fagiano e tortora;
non più di venti capi della specie beccaccia;
non più di venticinque capi per ogni specie di: beccaccino, canapiglia, codone, frullino, marzaiola, mestolone e quaglia;
non più di cinquanta capi della specie allodola.
TOTALE= Ogni cacciatore può uccidere 295 esemplari della nostra fauna

In questo contesto le associazioni Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF Italia denunciano la continua azione del governo contro la Natura (e la salute dei cittadini). Alla vigilia della sessione di bilancio, quando si dovrebbe essere concentrati sulle decisione che riguardano famiglie e imprese, il governo trova il tempo  per organizzare riunioni  con i cacciatori per concordare le modalità con cui aggirare il Regolamento europeo 2021/57 (la cui portata è già stata fortemente ridotta a livello europeo proprio a causa delle pressioni della lobby delle armi) che per tutelare la salute di ambiente, animali e comunità umane, inclusi gli stessi cacciatori, dispone il divieto di utilizzo delle tossiche munizioni di piombo nelle zone umide.

Tortora selvatica - foto © Lipu

Il governo aveva già tentato di risolvere la questione con una circolare interministeriale che, per quanto emerge da pubbliche dichiarazioni, pare essere stata scritta direttamente da esponenti del mondo venatorio. La circolare, che si pone in palese violazione con il Regolamento europeo, è stata, di fatto, dichiarata carta straccia dal TAR Lazio grazie al ricorso delle associazioni ambientaliste. Per questa ragione - nonostante proprio a causa della emanazione della circolare, la Commissione Europea abbia già aperto una procedura EU Pilot nei confronti dell'Italia, prospettando il serio rischio d'infrazione - il Governo ha ceduto alla costante pressione di cacciatori e armieri ed ha concordato con loro un emendamento da inserire in un decreto attualmente in discussione in Parlamento che si occupa di tutt'altro, riproponendo la grave irregolarità parlamentare compiuta con l'emendamento "caccia selvaggia".

Esemplare di fagiano

L'emendamento, secondo quanto trapelato da fonti venatorie, prevedrebbe, tra le altre cose, la trasformazione della sanzione da applicare per chi viola i divieti del Regolamento, da penale ad amministrativa. In altre parole, l'obiettivo del Governo è rassicurare i cacciatori che in caso di violazione i rischi sarebbero minimi o nulli. È davvero incredibile che il governo continui ad anteporre le richieste della lobby dei cacciatori e dei produttori di armi a diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione come salute e ambiente. Il problema dell’inquinamento da piombo è, infatti, una minaccia diretta sia alla biodiversità che alla salute delle persone, in primis dei cacciatori che mangiano carne infarcita di piombo, ed è assurdo che proprio loro non se ne rendano conto. Le associazioni rivolgono, quindi, un appello a tutte le forze politiche e ai parlamentari affinché non si rendano complici e blocchino questo scempio.