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Tante firme e adesioni per la petizione salviamo #MIGLIAIADIVITE

#Migliaiadivite

Tante firme e adesioni per la Petizione salviamo #MIGLIAIADIVITE per la chiusura di tutte le centrali a carbone in Italia entro il 2025: www.stopcarbone2025.org

La Strategia Energetica Nazionale potrebbe essere l’occasione per liberarsi di un rischio per clima, salute e ambiente. Mobilitiamoci su Twitter per promuovere la petizione. Il link della petizione www.stopcarbone2025.org  Sono già tante le firme che continuano a sottoscrivere la petizione #MIGLIAIADIVITE, lanciata da WWF Italia, Greenpeace Italia e Legambiente, per chiedere al Governo italiano la chiusura definitiva di tutte le centrali a carbone entro il 2025. Moltissime le adesioni di associazioni e gruppi, tra cui Accademia Kronos, Associazione Comuni Virtuosi, Cittadini per l’Aria, Earth Day Italia, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), Fondazione Univerde, Marevivo, Quale Energia e tanti altri. Tra coloro che hanno dichiarato il loro appoggio alla petizione, anche Agostino Re Rebaudengo, Vicepresidente di Elettricità Futura. Greenpeace, Legambiente e WWF Italia hanno lanciato una maratona su Twitter per promuovere la petizione. In questi giorni si sta definendo la strategia energetica dell’Italia (SEN), con un documento in consultazione fino al 31 agosto. Successivamente verrà ultimato e pubblicato il testo definitivo della Strategia. E’ quindi importante che i cittadini italiani facciano sentire la propria voce in questi mesi. L’Italia ha l’occasione di decidere di uscire dal carbone, dismettendo il combustibile fossile più altamente nocivo per il clima, salvando migliaia di vite e cambiando le sorti del futuro energetico del nostro Paese.

Fumi in aria

In Italia, le 12 centrali a carbone esistenti nel 2013 causavano circa 10 morti premature a settimana e costavano agli italiani ogni anno 1,4 miliardi di euro di spese sanitarie. Oggi, di quelle 12 centrali ne restano realmente operative 8, tra cui le più grandi e inquinanti; gli impatti sono appena ridotti. Il carbone è tra i combustibili fossili quello che, se bruciato, emette più CO2 ed è quindi tra i principali responsabili del cambiamento climatico le cui conseguenze toccano tutti. Uscire dal carbone vorrebbe dire per l’Italia una riduzione di CO2 fino a quasi 40 milioni di tonnellate l’anno (dati 2015), in pratica oltre il 40% del settore elettrico e circa l’11% del totale delle emissioni nazionali.  Nella bozza di SEN presentata a metà giugno, per la prima volta si prende in esame l’uscita dal carbone come fonte di energia elettrica, ma purtroppo il Governo non è riuscito ad assumere una posizione netta e ambiziosa a favore di una data certa e possibile: per i promotori della petizione, il carbone in Italia deve chiudere entro il 2025.   Oggi abbiamo a disposizione tutte le tecnologie e conoscenze per guardare a un futuro 100% rinnovabile anche prima del 2050. La proposta SEN  prevede: uno scenario base, con il mantenimento di 4 centrali sulle 8 attualmente pienamente funzionati, tra cui la centrale Federico II di Brindisi, la più inquinante d’Italia come dimostrano i dati di emissione e gli studi sanitari ed epidemiologici, oltre ad essere l’impianto che mediamente ha le più alte emissioni di CO2 (se pienamente funzionate può arrivare a superare le 15 Mt anno) uno intermedio, con la chiusura anche di Brindisi, e uno più avanzato, che prevede la chiusura di tutte le centrali entro il 2030, e non al 2025, come necessario.