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Fiumi e laghi del territorio metropolitano

Nella Città metropolitana di Roma si trovano tre dei cinque principali laghi del Lazio e precisamente:
Lago di Bracciano
Situato nella parte a nord-ovest del distretto vulcanico sabatino è il primo lago della Città Metropolitana per estensione (57,5 km²) e secondo nella regione, è di origine vulcanica. Appartenente al Parco naturale regionale del complesso lacuale di Bracciano - Martignano, è una località turistica sulle cui coste si affacciano i centri di Trevignano Romano (a nord), Bracciano (a ovest) e Anguillara Sabazia (a sud). Ha un’altitudine di 164 metri slm e una profondità massima 160 metri, è di proprietà demaniale con destinazione prevalente di turismo e derivazione di acqua per uso potabile. Le maggiori minacce ambientali sono l’inquinamento rivierasco, scarichi fognari dei centri abitati, pesticidi e idrocarburi nonché la gestione non sempre sostenibile delle derivazioni delle acque del lago. La costituzione litologica è a prevalenza di lapilli e scorie e ceneri la cui cementazione ha dato luogo alla formazione di tufi e il lago si è formato per allargamento di una depressione in zona vulcanica.
 
Un tratto del lago di Bracciano
I caratteri botanici sono definiti dalla canna palustre, macrofiti sommerse come Potamogeton sp, Myriophyllum spicatum e Ceratophyllum demersum e dalla vegetazione ripariale di salice giunco e pioppi. L’ittiofauna è tipica delle acque centro-meridionali lacustri, specie esociprinicole con immissioni in varie epoche di specie ittiche di rilevante valore economico come il luccio, il cavedano, la tinca, la scardola, l’anguilla, il latterino, lo spinarello. Lungo le rive tra le piante sommerse numerosi gamberi lacustri e specie ittiche introdotte, tra anfibi e rettili, rana, rospo, biscia d'acqua. Gli uccelli prevalentemente acquatici sono rappresentati da folaga, fischione, germano reale, marzaiola, gallinella, beccaccino e martin pescatore.
Lago di Albano
Situato nella zona a sud-est del Vulcano Laziale, è il lago vulcanico più profondo di Italia con 170 m, che si è originato dall'unione di due crateri. Bagna i centri di Castel Gandolfo e Albano Laziale. Si estende per una superficie di 602 ettari ad un’altitudine di 293 metri slm, il suo ambiente è minacciato prevalentemente dal turismo non sempre sostenibile, dagli scarichi rivieraschi e dall'uso di natanti a motore. I caratteri geologici presentano zone basaltiche a prismi esagonali ricche di minerali silicati, di sorgenti di acque carbonate, di rocce magmatiche intrusive e graniti e formazioni rocciose effusive recenti quali i tufi vulcanici detti peperino.
 
Il lago Albano e sullo sfondo il vulcano di Monte Cavo
Il lago si è formato in depressioni crateriche. La vegetazione è caratterizzata da boschi di castagno con varie specie di quercia, da leccio a cerro, e di grande ricchezza la vegetazione sommersa a macrofite con prevalenza di Myriophyllum spicatum. La fauna ittica esociprinicola presente include il luccio, la tinca, l'anguilla, il latterino mentre introdotte sono trota iridea, carpa, savetta, barbo.
Lago di Nemi
È il secondo lago del Vulcano Laziale, separato dal lago Albano dal Monte Cavo. Occupa una superficie di 1,67 km² e bagna Nemi. L’altitudine è di 305 metri slm e la profondità massima 34 metri. Il suo stato ambientale ed ecologico è minacciato dall’inquinamento degli scarichi civili, dall’edilizia abusiva, al turismo non sempre sostenibile e alla pesca che ha portato tra l’altro all’introduzione di specie alloctone quali il persico sole, alla carpa e alla specie invasiva sudamericana del pesce re. I caratteri geologici del bacino, originatosi in una depressione craterica, sono tipici di un territorio vulcanico e presenta zone basaltiche a prismi esagonali con ricchezza di minerali silicati e sorgenti carbonate, rocce intrusive (graniti) ed effusive recenti (tufi). I caratteri botanici sono definiti da una vegetazione a cannuccia in generale e da abbondante vegetazione sommersa a Myriophyllum spicatum e Potamogeton crispus, giunco e carice lungo le sponde in prevalenza nella zona nord del Lago dove i fondali sono più bassi. Le pendici sono coperte da boschi ad essenze caducifoglie e sempreverdi con il relitto di una vegetazione mesofila di grande estensione tale da influire decisamente sulla meteorologia romana. L’impatto antropico, l’introduzione delle specie alloctone e la diminuzione del livello delle acque dovuto alle idrovore installate nel ’44 per la ricerca delle leggendarie navi di Caligola, sono tutti elementi che hanno contribuito a determinare nel tempo un impoverimento della biodiversità ittica e dell’avifauna del lago, quest’ultima presente principalmente nel periodo di svernamento con piccoli stormi di anatre e folaghe.
Laghi minori sono:
Lago di Giulianello
Detto anche Lago La Torre, appartenente alla zona del Vulcano Laziale. Si estende su 12 ettari nei Comuni di Artena e Cori ed è il terzo lago dei Colli Albani. I caratteri geologici prevalenti sono rappresentati dai calcari con alto tenore di carbonati e terreni sedimentari mesozoico-terziari con larga partecipazione di rocce calcaree e terreni sedimentari relativamente recenti pliocenici e quaternari. La zona è circondata da un folto bosco di latifoglie e dalla vegetazione ripariale igrofila di salici e pioppi. L’ittiofauna include ciprinidi, carpa, tinca, scardola e anguilla.
Lago di Martignano
Bacino di origine vulcanica, con un’estensione di 249 ettari, un’altitudine di 207 metri slm e una profondità massima di 53 metri. È situato non lontano dal Lago di Bracciano; appartenente al Parco naturale regionale del complesso lacuale di Bracciano - Martignano, è compreso nei comuni di Roma, Campagnano di Roma e Anguillara Sabazia. Le rive sono caratterizzate da una rada vegetazione riparia e a cannuccia e abbondanza di boschi cedui di latifoglie con tratti di macchia mediterranea. Per la fauna ittica si ritrova il luccio, la tinca, la scardola, il persico reale e il persico sole, tra gli uccelli folaga, germano reale, svasso maggiore, beccaccino.
Lago di Nazzano
Si tratta di un lago artificiale di circa 300 ettari di superficie in un invaso di ritenuta del Tevere nel Comune di Nazzano con destinazione prevalente di derivazione delle acque per uso idroelettrico. I caratteri geologici sono quelli di un terreno alluvionale del quaternario. La vegetazione di tifa e cannucce mista a carici è rigogliosa e le rive sono ricoperte da boschi di latifoglie e dai pascoli. La fauna ittica è caratteristica delle acque fluviali centro-meridionali stagnanti e palustri a carpa, tinca e cavedano mentre tra la fauna immessa si registra la presenza del pesce gatto. Il lago di Nazzano è un importante luogo di nidificazione per il nibbio bruno e il martin pescatore. Si ritrovano anche la gallinella d'acqua e la folaga ed è luogo di sosta e passaggio per germani reali, alzavole, fischioni, codoni, marzaiole, mestoloni, moriglioni, morette, aironi e mignattaio, tra gli uccelli di ripa il falco pescatore. È presente una ricca popolazione di nutrie e forse anche la lontra. L’area è stata inserita nel 1977nell'elenco delle zone umide di importanza internazionale tutelate dalla convenzione di Ramsar.