L’Europa arranca sugli obiettivi dell’Agenda 2030: ad esempio per la tutela degli Oceani
5 marzo 2020 - Il WWF lancia l’allarme e richiama l’Unione Europea a garantire il rispetto dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 14 dell’agenda 2030 per la tutela degli oceani. L’Europa sembra fallire nella implementazione dell’Agenda delle Nazioni Unite a 5 anni dalla sua adozione.
A 5 anni dall’adozione degli obiettivi dell’Agenda delle Nazioni Unite, il nuovo report WWF lancia l’allarme sul fallito raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 (Obiettivo 14), ossia quello che pone l’attenzione sulla conservazione e uso sostenibile dei nostri oceani. Il segnale è in particolare rivolto ai decision maker europei e ai paesi del mondo che hanno sottoscritto gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. L’analisi di WWF mostra che tre dei quattro target dell’Obiettivo 14, da raggiungere entro il 2020, non saranno realizzati alla fine di quest’anno, mentre il quarto sarà conseguito solo parzialmente. Complessivamente i dieci target dell’Obiettivo 14 mirano a garantire la resilienza degli oceani attraverso una protezione efficace dei suoi ecosistemi e la tutela del loro importante ruolo di assorbitori di carbonio, funzioni strettamente connesse con la nostra sussistenza e le nostre economie.
Il report di WWF mette in luce che per due dei sei target legati alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse marine, ci sono progressi in atto. Allo stesso tempo la mancanza di un monitoraggio e di un’accurata rendicontazione rimangono le problematiche centrali per valutare il successo nel raggiungimento dei dieci target dell’Obiettivo 14 e in generale dell’Agenda al 2030. È stato ampiamente dimostrato come l’Obiettivo 14 sia strettamente connesso con tutti gli altri Obiettivi, tanto che il 38% di tutti i 169 target sarà raggiungibile solo una volta che i target dell’Obiettivo 14 saranno stati realizzati. Questo è particolarmente importante per il raggiungimento dell’Obiettivo 1 (Sconfiggere la povertà), dell’Obiettivo 2 (Sconfiggere la fame) e del 13 (Lotta contro il cambiamento climatico). Nonostante l’attenzione all’ambiente marino stia aumentando all’interno dell’Agenda 2030, le volontà politiche e i finanziamenti rimangono insufficienti.
Isabella Pratesi, Direttore di Conservazione del WWF Italia afferma: “Il WWF è stato capace di attivare processi virtuosi che negli anni hanno portato al raggiungimento di risultati concreti nella tutela degli oceani e nella salvaguardia degli ecosistemi marini. E’ giunta l’ora che anche i policy marker e i membri del Parlamento Europeo promuovano progressi efficaci e dimostrabili allo scopo di raggiungere una sostenibilità globale, proteggere gli ecosistemi naturali, tutelare il benessere delle persone e la sicurezza alimentare legata alle risorse in un clima in veloce cambiamento. Per fare ciò, dobbiamo guardare oltre i singoli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e i loro target e considerare queste problematiche con un approccio trasversale e interconnesso. A cominciare dal problema della sovrapesca - e della pesca illegale – su cui è importante impegnarsi per eliminarle, con un piano di tutela degli ecosistemi marini che sia realmente efficace.”
Il WWF lavora da anni per ridurre gli impatti negativi della pesca su clima, specie, ambiente e persone, collaborando attivamente insieme alle comunità di pescatori locali, ai ricercatori e alle istituzioni per identificare soluzioni condivise verso una pesca più sostenibile, sensibilizzando i consumatori ad un consumo critico e responsabile delle risorse ittiche con la campagna Fish Forward e coinvolgendo in partenariati di rilevanza internazionale aziende leader del settore ittico globale come Bolton Food (Rio Mare) che dal 2017 si è impegnata per il raggiungimento di una pesca completamente sostenibile, nel rispetto degli ecosistemi marini e delle persone che lavorano nel settore. Per la protezione della biodiversità marina del Mediterraneo il WWF si impegna per una migliore gestione delle Aree Marine Protette, la tutela di specie a rischio (come squali, cetacei e tartarughe) e il raggiungimento dell’obiettivo “zero plastica in natura”. Il WWF invoca le istituzioni perché a fianco a settore privato e cittadini si impegnino per fare la differenza per le sorti del Pianeta e delle generazioni future.