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Un nuovo sistema agro alimentare per contribuire a salvare il Pianeta

Un certo tipo di alimentazione salverà la Terra?

Meno proteine, più vegetali, stop allo spreco di cibo. Sono questi i tre temi cardine del report "Food in the Anthropocene: the EAT-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems", il rapporto lanciato il 17 gennaio scorso in un grande evento a Oslo da parte della Commissione EAT/Lancet rileva come sia necessaria un'azione su tutti e tre i pilastri strategici del WWF - produzione sostenibile, dieta sostenibile e azioni incisive a tutti i livelli per combattere lo spreco e la perdita di cibo, che oggi interessa quasi un terzo del cibo prodotto.

Il rapporto è per il WWF un perfetto esempio di applicazione al settore agro-alimentare globale dello Spazio Operativo e Sicuro (SOS) che l'umanità ha a disposizione per prosperare in maniera sostenibile, senza impattare ulteriormente sull’ambiente. Joao Campari, leader mondiale Food program del WWF, ha dichiarato: "Il sistema agro-alimentare è malato. Dovrebbe essere in grado di proteggere la biodiversità fornendo al contempo cibo sufficiente a tutte le generazioni presenti e future. Al momento, invece è la più grande minaccia per la natura, per il clima nonostante miliardi di persone siano ancora malnutrite. Senza un'azione concertata, gli impatti ambientali sono destinati a peggiorare notevolmente entro il 2050. La Commissione EAT-Lancet ha dimostrato, attraverso un'analisi dettagliata, che adottando un approccio sistemico e coinvolgendo tutti e tre i pilastri del sistema agro-alimentare - produzione, dieta, perdite e sprechi - è possibile fornire cibo sano per una popolazione in crescita rimanendo entro i confini planetari, ossia alla capacità di carico degli ecosistemi in relazione alle pressioni umane. Dobbiamo agire con urgenza per trasformare su vasta scala tutto il sistema agro-alimentare”.

La produzione agricola deve tornare ad essere totalmente sostenibile per il Pianeta

Il Report si focalizza in maniera particolare sul tema di una dieta ‘salva Pianeta’, che è per lo più a base vegetale, con quantità modeste di carne, pesce e derivati animali. Soprattutto per i paesi del nord del mondo “a maggiore consumo” è fondamentale ridurre di almeno il 50% (con picchi fino al 90% per i più “carnivori”) il consumo di carne nelle diete e al contempo raddoppiare il consumo di frutta, verdura, cereali, legumi e frutta secca. Il WWF condivide questi obiettivi e ritiene che la dieta migliore sia diversificata, utilizzando cibi prodotti in modo sostenibile e consumati prevalentemente a livello locale e stagionale. A livello globale, i nostri attuali modelli dietetici non sono sostenibili, né in termini di salute per il pianeta né per le persone.

Una delle richieste importanti per un apolitica agricola comune

Il WWF accoglie con favore la rigorosa analisi scientifica che la Commissione ha applicato e concorda sul fatto che le diete debbano trasformarsi radicalmente. Questo è un contributo fondamentale alla sicurezza alimentare e molto attuale in questo attuale decennio di azione ONU per i 17 Obiettivi per uno sviluppo sostenibile (SDGs). Il WWF è impegnato nella trasformazione del sistema alimentare e collabora con tutte le parti interessate per migliorare la produzione di cibo in modo da minimizzare l'impatto ambientale fornendo al tempo stesso sicurezza alimentare e nutrizionale, riducendo la perdita e lo spreco di cibo e aumentando la consapevolezza e l'accesso a scelte alimentari sostenibili.

Altra importante richiesta

Il WWF apprezza che la Commissione abbia anche concluso che sono necessari sforzi in molti settori per affrontare contemporaneamente tutte e tre i pilastri, ricordando che la valutazione della sostenibilità delle filiere agroalimentari deve tenere in considerazione che agricoltura e zootecnia determinano ad oggi le maggiori pressioni sulle risorse naturali, sulla struttura e funzionamento degli ecosistemi e sul clima. One planet food è il programma WWF dedicato all’alimentazione sostenibile