Black Friday: “La natura non fa sconti” - saldi negativi per molte specie
Black Friday: il WWF lancia la campagna “La natura non fa sconti”. “Saldi” negativi con molte specie a rischio estinzione. Dalla tigre al leone, dall’elefante al gorilla di pianura molte specie sono in declino. Esempio Italia: la popolazione dell’orso marsicano ridotta del 10% in meno di un anno.
“La natura non fa sconti”. È questa la campagna provocatoria che il WWF Italia ha deciso di lanciare in occasione del Black Friday. Infatti il “saldo” negativo fatto registrare dalle popolazioni di alcune specie le sta avvicinando pericolosamente all’estinzione. L’associazione del Panda ha, infatti, fatto una rapida ricognizione delle specie più a rischio indicando le percentuali di declino. In natura restano oggi meno di 3.900 tigri (Panthera tigris). Nell’ultimo secolo abbiamo perso circa il 97% della popolazione originaria, a causa del bracconaggio e della distruzione della foresta dove vive. Negli ultimi anni però si assiste ad un segnale di speranza: per la prima volta nell’ultimo secolo, infatti, la popolazione di tigre ha un trend positivo, con una popolazione che è passata dai 3.200 individui stimati nel 2010, ai 3.890 attuali.
Anche la popolazione di leone africano (Panthera leo) è drammaticamente in declino. In un secolo si è passati da 200.000 individui presenti nelle savane africane ai meno di 20.000 stimati oggi. Un calo drammatico del 90% in 100 anni. Oggi il leone africano occupa soltanto il 10% del suo areale storico. Tra le specie più a rischio troviamo certamente l’elefante di foresta. Dal 2002 ad oggi gli elefanti di foresta africani (Loxodonta cyclotis) sono diminuiti da 270.000 a 70.000, con un declino stimato di circa il 70% della popolazione e con una perdita di circa il 30% del suo areale di distribuzione. Le principali cause del declino sono il bracconaggio e proprio la perdita di habitat forestale. L’orso polare (Thalassarctos maritimus) è una delle specie considerate oggi più a rischio per i cambiamenti climatici in atto. Il suo habitat, i ghiacci polari, ogni anno subisce gravi perdite. Oggi si stima la presenza di 20-30.000 individui, ma i modelli degli scienziati indicano che entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare finora stimata tra i ghiacci.
Per il gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) per la prima volta dopo decenni, arriva una buona notizia. Dai 680 individui censiti 10 anni fa, oggi la stima è stata aggiornata a circa 1.000 individui presenti tra Congo, Ruanda e Uganda, con un incremento della popolazione del 30% circa. Questo è stato possibile solo alle azioni di conservazione, comprese le pattuglie anti-bracconaggio e gli interventi veterinari, portati avanti attraverso il coordinamento tra tutti gli attori in campo, compreso il WWF. Al contrario, la popolazione del gorilla di pianura (Gorilla gorilla) diminuisce di circa il 10% ogni anno e in alcune foreste africane ne abbiamo perso addirittura ad oggi il 90%. Anche per l’Italia purtroppo, purtroppo, ci sono delle brutte notizie. L’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è una sottospecie unica di orso bruno, presente solo nell’Appennino centrale. La popolazione è stimata in circa 50 orsi (45-69 orsi l’intervallo fiduciale secondo le ultime stime del 2014), ed è considerata dunque in pericolo critico di estinzione. Bracconaggio e mortalità accidentale sono le cause primarie del drammatico declino. Basti pensare che nell’ultimo anno sono stati rinvenuti morti 5 individui, circa il 10% della popolazione persa da aprile a novembre 2018 a causa di patologie e incidenti. Ha fatto notizia l’episodio in cui sono morti tre orsi (mamma orsa con 2 cuccioli) annegati in una vasca la scorsa settimana. La campagna del WWF è disponibile QUI