L’Unione Europea volta le spalle alle foreste INDEBOLENDO il regolamento europeo contro la deforestazione
26 novembre 2025 - Dopo l’ulteriore spinta degli Stati membri – con l’Italia in prima linea – oggi il Parlamento europeo ha aggravato la situazione, votando per escludere dal campo d’applicazione del regolamento europeo contro la deforestazione i prodotti stampati, come giornali e libri. A pochi giorni dalla chiusura della COP30, il Parlamento UE riapre il dossier e indebolisce il Regolamento, creando incertezza normativa e mettendo a rischio la lotta globale alla deforestazione.
Il Regolamento europeo contro la deforestazione (EUDR) avrebbe dovuto rappresentare uno dei pilastri dell’impegno dell’Ue per proteggere le foreste e il clima globale. Ma l’agenda per la deregolamentazione, avviata senza esitazioni dalla Commissione von der Leyen, rischia di comprometterne gravemente l’efficacia. Dopo l’ulteriore spinta degli Stati membri – con l’Italia in prima linea – a indebolire e posticipare l’attuazione della norma, oggi il Parlamento europeo ha aggravato la situazione, votando per escludere dal suo campo d’applicazione i prodotti stampati, come giornali e libri. “Quello che era nato come un problema informatico si è trasformato in una situazione caotica e ingestibile, a discapito degli ecosistemi forestali e delle aziende più virtuose che hanno investito per adeguarsi al Regolamento. La Commissione europea deve intervenire subito, rimettere i piedi per terra e porre fine a questa deriva contro l’integrità degli ecosistemi forestali, da cui dipendono direttamente la salute e il benessere di tutti noi”, ha dichiarato Bernardo Tarantino, Specialista Affari Europei e Internazionali del WWF Italia.
La proposta attuale tradisce gli accordi raggiunti durante i negoziati sull’EUDR. Quando la Commissione, a ottobre, aveva segnalato incomprensibili e poco credibili difficoltà informatiche come possibile ostacolo all’applicazione del regolamento, la priorità avrebbe dovuto essere risolvere quel problema per procedere con l’attuazione della normativa. Invece, la Commissione ha ceduto alle pressioni di alcuni Stati Membri, lobby e grandi aziende e ha proposto ulteriori semplificazioni. Consiglio e Parlamento hanno colto il pretesto per annacquare ulteriormente la legge con clausole di revisione e generare enorme incertezza sulla sua attuazione. Le istituzioni europee e gli Stati membri infatti hanno chiesto una revisione del regolamento ancora prima che sia entrato in vigore. Una mossa prematura, irresponsabile e ancora più grave perché priva di qualsiasi esperienza concreta su cui basarsi. “Dopo la COP30 di Belém, nel cuore dell’Amazzonia, l’Unione europea è ora concentrata su come smantellare le leggi climatiche e ambientali a casa propria”, ha aggiunto Bernardo Tarantino. “È come se in Europa e in Italia si continuasse a credere di avere tempo. Ma non è così: la distruzione dell’Amazzonia e di altri ecosistemi cruciali sta già compromettendo la stabilità climatica, la resilienza economica, la biodiversità e la salute di tutti noi”. Giustificare questa scelta con la parola “competitività” è miope e infondato. Non esiste alcuna prova che rinviare o indebolire l’EUDR aumenti la redditività delle imprese. Al contrario, molte aziende hanno già investito notevolmente per adeguarsi e rendere le proprie filiere sostenibili — e ora vengono penalizzate proprio quelle che hanno agito con responsabilità e anticipo. La decisione di oggi è una fuga dalle responsabilità, scaricata sulle generazioni future, che pagheranno il prezzo dell’inazione. La Commissione deve intervenire immediatamente: fermare lo smantellamento dell’EUDR e l’Omnibus Ambientale che sarà presentato nelle prossime settimane. Il WWF Italia chiede alla Commissione europea di rimettere il Regolamento UE sulla deforestazione sulla giusta traiettoria e di respingere qualsiasi ulteriore tentativo di indebolire le politiche ambientali e climatiche europee.
