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Biodiversità: il WWF presenta un disegno di legge sulle aree OECM per colmare lacune di protezione del patrimonio naturale

Foto G. Cammerini

22 luglio 2025 - La conferenza si è tenuta oggi presso a Sala Stampa della Camera dei Deputati. Con il termine OECM si intende un’area geografica ben definita che, pur non rientrando tra le aree protette ufficiali, viene gestita in modo tale da garantire nel tempo la conservazione della biodiversità, anche quando questa non rappresenta il principale obiettivo di gestione. La caratteristica principale delle OECM, infatti, è che queste aree possono essere governate, gestite e utilizzate per un’ampia gamma di finalità, ma garantiscono comunque un’effettiva e duratura conservazione degli ecosistemi.

Nel corso della conferenza “Aree OECM: pubblico e privato per la conservazione della natura oltre le aree protette” è stato presentato un disegno di legge predisposto dal WWF Italia sulle OECM (OtherEffective area-basedConservationMeasures): è stata l’occasione per un confronto tra istituzioni, mondo associativo e attori privati su uno strumento innovativo per tutelare la biodiversità e consentire un più rapido ed efficace conseguimento degli obiettivi della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2030 e di quelli internazionali di conservazione. L’incontro, aperto dai saluti istituzionali del Vicepresidente della Camera dei deputati, Sergio Costa, ha visto gli interventi dei rappresentanti del WWF Italia Gaetano Benedetto, Marco Galaverni e Ilaria Scarpetta, oltre a quello di Giulia Santalmasi, in rappresentanza di Oasi Dynamo quale testimonianza del settore privato. Hanno partecipato all’incontro anche le parlamentari Eleonora Evi (Pd) e Ilaria Fontana (M5S), e il professor Vincenzo Pepe (responsabile Dipartimento Ambiente per la Lega). Con il termine OECM si intende un’area geografica ben definita che, pur non rientrando tra le aree protette ufficiali, viene gestita in modo tale da garantire nel tempo la conservazione della biodiversità, anche quando questa non rappresenta il principale obiettivo di gestione. La caratteristica principale delle OECM, infatti, è che queste aree possono essere governate, gestite e utilizzate per un’ampia gamma di finalità, ma garantiscono comunque un’effettiva e duratura conservazione degli ecosistemi. Le OECM sono uno strumento importante per il raggiungimento dell’Obiettivo 3 del Quadro Globale della Biodiversità (Global Biodiversity Framework) adottato dagli Stati partecipanti alla COP 15 Kunming-Montreal nel 2022 che, tra l’altro, impegna i Paesi a conservare almeno il 30% delle aree terrestri, delle acque interne e delle zone costiere e marine entro il 2030. La continua perdita di biodiversità, con gravi conseguenze per la sicurezza eperl’accesso ad acqua pulita e cibo sano per miliardi di abitanti del Pianeta, rende ormai non più rinviabile l’adozione di misure concrete per la conservazione degli ambienti naturali. Sebbene siano stati compiuti passi avanti verso questo obiettivo, un recente rapporto del Centro mondiale di monitoraggio della conservazione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP-WCMC) e dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha rilevato che, in meno di cinque anni da qui al 2030, la rete globale delle aree tutelate dovrà essere ampliata del 12,4% sulla terraferma e del 21,6% nei mari. La conferenza ha evidenziato il necessario coordinamento tra diversi livelli di governo (nazionale, regionale, locale), ma anche le opportunità che possono nascere dalla collaborazione tra pubblico e privato al fine di costruire un sistema ecologicamente connesso e integrato di aree a tutela della biodiversità.  “La nostra proposta di legge risponde all’esigenza di colmare una lacuna nell’ordinamento italiano, che attualmente non prevede un quadro giuridico specifico per il riconoscimento e la gestione delle OECM”, dichiara Dante Caserta, Responsabile dell’Area Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia. “Questo strumento non si sostituisce alle aree naturali protette, sulla cui istituzione il nostro Paese deve colmare al più presto un grave ritardo sia a terra che a mare, ma può rappresentare per la tutela della biodiversità uno strumento complementare al sistema delle aree protette, caratterizzato da una maggiore flessibilità gestionale e dalla possibilità di valorizzare forme di conservazione già esistenti in ambito forestale, fluviale, marino, costiero e persino nelle aree demaniali militari. Ovviamente, è però necessario regolamentare correttamente questo strumento affinché le OECM possano realmente contribuire alla conservazione della biodiversità: da qui nasce la nostra proposta che mettiamo a disposizione di tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché la facciano propria, la discutano, la migliorino e la portino rapidamente ad approvazione”.